Archives for December, 2022
STREET PARADE ANTIFASCISTA [ALBA]
Esiste un allarme fascista ?
Sia su scala nazionale, sia su scala territoriale pensieri reazionari si concretizzano e trovano campo aperto in modo frequente e progressivo.
1.Il decreto anti rave siglato governo Meloni (ma già in cantiere durante il governo Draghi) è una misura repressiva e criminalizzante nei confronti di dissenso e autogestione. Un attacco in pieno stile fascista verso chi immagina e mette in pratica un modello di vita differente. Inoltre rischia di criminalizzare qualsiasi azione di dissenso e autorganizzazione (come uno sciopero in una fabbrica o un’occupazione scolastica).
2. Un anno fa , il 19 dicembre 2021 , organizzammo un corteo ad Alba. Il motivo? la presenza di organizzazioni d’estrema destra nel centro storico della città (medaglia d’oro alla resistenza partigiana). Convinti del fatto che razzismo, intolleranza e servilismo nei confronti dei padroni non debbano trovare spazio nella società, abbiamo tentato di comprendere quali altre forme di prevaricazione esistono aldilà della propaganda politica.
3. Da quel momento ci siamo concentrati sullo sfruttamento lavorativo, in particolare sulle colture intensive delle viti e delle nocciole che costellano le colline attorno ad Alba, un mondo di subordinazione nei confronti di migranti o di soggettività deboli, una realtà di prevaricazione che non tollera differenze – lontana dallo scambio culturale utile all’integrazione
4. In tutta Italia covi fascisti,da Pavia a Firenze, trovano legittimità da parte delle istituzioni minando la cultura della solidarietà con ottiche razziste e xenofobe.
5. A conferma di ciò a ottobre 2022 a Piobesi d’Alba si è tenuto un concerto con patrocinio del comune di chiaro stampo neofascista.
La notte stessa (dopo un assemblea popolare che ha dato vita all’osservatorio antifascista) una trentina di attivisti e militanti si sono trovati nel piazzale antistante al salone polifunzionale: oltre alla presenza di personaggi sgraditi si è contestato l’atteggiamento permissivo del sindaco e delle autorità annesse.
Per questi motivi,per fronteggiare la situazione di sdoganamento sabato 17 dicembre alle ore 15 indiciamo un corteo con partenza dall’area verde di San Cassiano di Alba .
Ricordiamo che il nostro collettivo affonda le radici nei free party. Siamo orgogliosi di avere assorbito una cultura antirazzista, libera dalle ottiche di profitto e lontana dal divertimento standardizzato capitalista.
SMASH REPRESSION – STREET PARADE [BOLOGNA]
CONCENTRAMENTO ORE 14/VILLA ANGELETTI
Il 17 dicembre ci uniamo alle chiamate di Napoli, Firenze e Torino per contaminare le strade di Bologna a ritmo di BPM martellanti.
Balliamo insieme, insieme lottiamo.
/ / Non si accettano bandiere o simboli di partito
BALLIAMO INSIEME, INSIEME LOTTIAMO – STREET PARADE [TORINO]
fonte: https://gancio.cisti.org/event/balliamo-insieme-insieme-lottiamo-street-parade
Il nuovo decreto del governo prevede per l’organizzazione di un “raduno musicale non autorizzato” un minimo di pena sei volte superiore a quello per un sequestro di persona.
Anche tu pensi che ballare sia uno dei crimini più gravi che si possano commettere?
Secondo te per ritrovarsi insieme bisogna chiedere il permesso alle forze di polizia?
Anche tu hai paura di chi crea situazioni libere dove ci si può autogestire al di fuori delle logiche commerciali?
Vivere la musica in questi spazi è davvero un grave pericolo per l’incolumità pubblica? Tanto da meritare dai 3 ai 6 anni di carcere?
Fin dalla sua prima stesura – e nonostante le limitazioni introdotte successivamente – questo decreto ha incarnato lo scopo evidente di colpire non solo le feste, ma anche i concerti e le iniziative nei centri sociali, negli squat, in uno spazio urbano abbandonato o in un bosco, attaccando tutti gli eventi “musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” con la scusa della “sicurezza e dell’igiene”.
Stanno plasmando un mondo in cui la nostra unica speranza è quella di sopravvivere in “sicurezza”… tra una pandemia e una guerra mondiale. Un concetto di sicurezza o di igiene evidentemente strumentale, che si traduce in un mondo in cui scuole pericolanti o farcite di amianto, fabbriche d’armi, allevamenti intensivi e depredazione del pianeta sono considerati “sicuri e igienici”… mentre ballare in una fabbrica, in un bosco, occupare una casa per un concerto o una proiezione, diventano fenomeni punibili come “minacce alla sicurezza”.
Noi vogliamo vivere, non sopravvivere.
Le feste libere sono un rituale atavico di vita, di ribellione, di autogestione e di autoproduzione: ci riappropriamo temporaneamente di luoghi abbandonati o dimenticati per costruire un nostro modo di stare insieme, un mondo diverso, realizzato con i nostri mezzi, le nostre competenze, messe in campo tanto per godere della musica che produciamo quanto per prenderci cura di chi ne abbia bisogno.
Un mondo di complicità senza competizione.
Un mondo in contrasto con l’asfissiante e pervasivo controllo da parte dello Stato.
Un mondo dove al centro non ci sia il profitto, ma le relazioni umane e la socialità che spontaneamente ogni giorno si organizza dal basso nei quartieri, sui posti di lavoro, negli spazi occupati, nelle feste.
Difendiamo insieme le nostre forme di resistenza da un mondo che ci vorrebbe individui silenziosi e omologati.
Crediamo che il nostro corpo ci appartenga in ogni momento e che ogni persona sia libera di inseguire il proprio desiderio e il proprio piacere.
Il decreto anti-rave vuole impedircelo, riportando ogni forma di espressione libera sotto lo sguardo severo e sorvegliante di uno Stato che tutto ascolta e tutto controlla.
Senza più spazi liberi e autogestiti di divertimento, il nostro piacere rischia di venire inscatolato in un centro commerciale.
La posta in gioco è una progressiva erosione della libertà: con un crescente arsenale di norme e leggi si cerca di punire non solo le azioni compiute, ma di cancellare identità e comunità scomode.
Il decreto “anti-rave” si inserisce in un’ondata repressiva molto più estesa tra costante compressione delle libertà e sorveglianza onnipresente.
Un’ondata letale e troppo silenziosa, che uccide soprattutto le persone marginalizzate e rese invisibili nelle carceri o alle frontiere.
Il 17 dicembre scendiamo nelle strade della nostra città con gioia e determinazione, contro l’ennesimo tentativo di criminalizzare il dissenso e soffocare le esperienze non conformi che attraversano la società.
Balliamo insieme, insieme lottiamo.
/ / Non comunicare con i giornalisti
/ / Non parlare con gli sbirri
/ / Non si accettano bandiere o simboli di partito
TORINO – PIAZZA STATUTO – ORE 13
pre-concentramenti ore 11.30: Palazzo Nuovo – Radio Blackout
DALLA LUNA ALLE PIAZZE – STREET PARADE [FIRENZE]
La prima proposta di legge di questo governo, dopo una serie di correzioni e modifiche, è andata a colpire il mondo dei free party e dell’aggregazione spontanea, finendo per equiparare questa nuova forma di reato ad altre ben più gravi. Tutto l’impianto giuridico è stato costruito chiamando in causa il tema dell’incolumità pubblica, in un paese che nel solo 2022 conta quasi 700 morti sul lavoro e una media di un femminicidio e transicidio ogni 3 giorni.
Tutt* coloro che i free party li hanno transitati, sia come organizzatori che come fruitrici, sanno bene che questo disegno di legge non è altro che l’ultima mossa di quella guerra alla povertà e alla marginalità che in Italia individua un ulteriore nemico da combattere e sconfiggere: i giovani ed il loro futuro!
Da decenni la cultura dei free party, spesso in maniera autogestita e senza nessun supporto economico, cerca di contrapporre ad una narrazione marginalizzante la cultura della prevenzione, della riduzione del danno, dell’uso consapevole e dell’educazione all’intervento in casi di emergenza, anche a fianco di operatori sanitari. Ridurre un rave party ad “una manifestazione con musica e spaccio, alla quale partecipano più di 100 persone” è segno dell’affermazione delle dinamiche di disconoscimento ed emarginazione sociale.
Non è certo la prima volta che vediamo utilizzata la retorica del “degrado” per sopprimere qualsiasi forma di socialità fuori dalle logiche di mercato. E questo chi abita a Firenze lo sa bene. Qui dove piazza dopo piazza le persone sedute sui gradini a parlare e suonare sono state sostituite da tavolini per clienti che consumano a prezzi esorbitanti, polizia e cancelli. L’altro elemento emerso è l’uso strumentale della salute collettiva per giustificare un’operazione di tipo repressivo, mentre i reali ed urgenti interventi a favore della sanità pubblica restano assenti tra le priorità di questo governo come di quelli precedenti. Sul tema dell’antiproibizionismo la storia parla chiaro: le politiche di tolleranza zero e di repressione sono fallimentari da sempre; non diminuiscono l’abuso di sostanze psicotrope ed aumentano gli effetti collaterali medici, psicologici e sociali dovuti allo stigma e alle difficoltà nel sapere cosa si sta assumendo davvero. Quello che si continua a colpire non è altro che il naturale bisogno di stare insieme e sentirsi parte di qualcosa. La ricetta è sempre la stessa: impoverimento, privatizzazione e repressione, fino a far percepire lo spazio comune e le pratiche di autogestione come un qualcosa di disagiante e pericoloso.
Forse è proprio per sfuggire alle grinfie del capitalismo che tante persone continuano a trovare nei rave party la possibilità di socializzare e divertirsi. E se divertirsi ed aggregarsi è illegale, allora festeggiare diventerà una protesta. Per questo, il 17 dicembre a Firenze, come in molte altre città d’Italia e d’Europa, percorreremo le vie della città per un momento di festa e di gioia collettiva, a difesa della nostra libertà di espressione artistica e del nostro diritto di ritrovarci spontaneamente.
YOU MIGHT STOP THE PARTY BUT YOU CAN’T STOP THE FUTURE
STREET PARADE // 17 dicembre 2022. Partenza ore 15.00, Piazza S. Maria Novella – FIRENZE