Archives for April, 2023

Ancora nelle strade (Comunicato di Smash Repression).

  • April 22, 2023 14:25

Dopo la prima esperienza di dicembre abbiamo deciso di scendere nuovamente nelle strade di Firenze per esprimere attraverso i nostri corpi, le nostre parole d’ordine e la nostra musica il dissenso che proviamo nei confronti del ddl antirave e l’effetto domino che ha creato, inasprendo sempre di più le pene verso ogni tipo di occupazione, comprese quelle abitative.

Oggi più che mai ci sembra necessario convergere in un unica lotta, ed è per questo che la chiamata di smash repression è rivolta non solo a chi attivamente attraversa gli spazi liberati, temporanei o permanenti, ma anche alle soggettività marginalizzate, alle realtà transfemministe, antifasciste e antirazziste, alle lotte anti carcerarie, antiproibizioniste, all’antipsichiatria, al movimento ecologista, alla classe lavoratrice.
Unitə contro il decoro e la gentrificazione delle città vetrina, per la libertà dei corpi di ballare, di esistere, di attraversare confini.

Vogliamo tutto.

Smash Repression Toscana

Firenze, 15 aprile: Corteo al fianco di Alfredo, contro 41bis, stato di guerra e repressione

  • April 14, 2023 20:09

Condividiamo qui di seguito il comunicato scritto per promuovere il corteo di domani in solidarietà ad Alfredo Cospito, contro il 41 bis e contro ogni forma di repressione.

“CONTRO LA TORTURA E IL 41 BIS

CORTEO A FIRENZE
SABATO 15 APRILE ORE 16.00
PIAZZA DELL’ISOLOTTO

Siamo al fianco di Alfredo Cospito. La sua battaglia contro il 41bis è anche la nostra. Viviamo in un sistema che legittima in ogni momento ingiustizie, disuguaglianze e barbarie: il 41 bis ne è una delle espressioni massime. Il 41 bis è lo specchio della società che lo produce, quella dei morti sul lavoro, dei morti in mare, dei morti nelle caserme o durante i fermi di polizia. Il 41 bis è lo specchio della società della tortura di Stato. Mentre la crisi soffia sui venti guerra e la guerra aggrava la crisi, chi ormai con sempre maggiore difficoltà riesce a pagare affitto e spesa ha davanti sempre meno possibilità. Puoi assuefarti a tutto ciò. Rifuggire nell’isolamento sociale in cui vieni spinto. Arrenderti alla precarietà che altri scelgono per te. Puoi però anche scegliere di provare a rompere quella gabbia assieme a chi come te non è più disposto all’assuefazione e alla passività. Quando lo fai ti accorgi da subito che il conto da pagare è più alto degli aumenti che ci siamo trovati in bolletta e corrisponde all’azione che lo Stato ti riversa addosso in ogni ambito: scuola, lavoro, socialità. Il tentativo è quello di spingerti ancora all’isolamento. Un isolamento sociale che passa attraverso la criminalizzazione, la punizione, l’allontanamento dai luoghi dove costruisci le tue relazioni: non a caso la
logica del DASPO è ormai applicata all’intera società. Di contro, se cedi, “il premio” corrisponde all’allentamento di queste
misure. Ad ogni figura sociale considerata “incompatibile” con questa società corrisponde la minaccia di una pena da infliggere: militante politico, ultras, immigrato… di volta in volta ognuna di queste figure è corrisposta ad una nuova “emergenza” utile solo a creare i presupposti per sempre maggiori restrizioni delle libertà di tutti e tutte. Con la pandemia abbiamo scoperto che anche “ i giovani” sono diventati una categoria su cui scaricare le responsabilità di un sistema che non riesce più neanche a garantire la cura della salute collettiva con il risultato di ordinanze e chiusura delle piazze intese come luoghi pubblici. Se invece non desisti e magari scioperi bloccando i cancelli del tuo stabilimento, se occupi una scuola, una casa, un edificio abbandonato,
rischi allora il carcere. Il carcere è il luogo che questa società utilizza come discarica sociale. Anche all’interno di quelle mura lo Stato cerca di garantirsi l’assuefazione dei prigionieri. Se non ci riesce, i circuiti speciali e di differenziazione salgono fino
alla chiusura del cerchio. L’isolamento totale. La deprivazione sensoriale. La tortura. Il 41 bis.
Alfredo Cospito con lo sciopero della fame non sta parlando soltanto a chi come lui è prigioniero politico. Non sta parlando soltanto alle altre centinaia di internati al 41 bis.
Sta parlano a tutti e tutte noi!
Mettere in discussione il 41 bis vuol dire mettere in discussione l’intera società che lo produce.
Con Alfredo nel cuore, per una società che rifiuti il carcere e i suoi meccanismi, che superi le logiche di sfruttamento dell’uomo sull’uomo,sulla donna e sull’ambiente.”